Un altro audit, un altro successo per BQS: nel corso della scorsa settimana, il suo cliente Sicas Succhi ha ottenuto la certificazione FSSC 22000.5.
Si tratta di una prestigiosa certificazione internazionale, che porta la ditta produttrice di succhi ticinesi a un livello di prestigio sicuramente importante per farsi strada in un mercato via via più competitivo. L’obiettivo della certificazione è di armonizzare i requisiti di certificazione ed i metodi per ottenere sistemi di sicurezza alimentare nella filiera.
Rispettare le norme previste fa sì che le metodologie correlate alla sicurezza alimentare lungo tutta la filiera siano omogeneizzate e dunque siano considerate secondo gli stessi criteri, rendendo impossibile produrre per sbaglio qualcosa di non sicuro. Permette anche di avere a disposizione certificati e documenti che mettano nero su bianco il grado di sicurezza e di professionalità applicate.
È flessibile e ben si adatta a numerosi settori del campo alimentare, motivo per il lavoro preliminare di BQS nel preparare la documentazione necessaria, adattandola al mondo di Sicas e nel far passare l’idea di base a direzione e dipendenti è stato fondamentale.
Sicas, come ogni azienda con questa certificazione, ha la grande possibilità di concentrarsi in modo specifico sulla sicurezza lungo tutta la filiera produttiva, migliorando anche la comunicazione che intercorre fra gli attori che si occupano dei vari processi.
Dietro ai sistemi di sicurezza c’è il protocollo dei punti critici di controllo, che stabilisce con precisione dove potrebbero verificarsi degli eventi, lungo la catena produttiva, che rendano il lavorato finale non idoneo, determina con valori certi quando esiste la non conformità e spiega come agire quando essa si verifica.
Un metodo implementato da tutte le certificazioni ISO, che razionalizzano l’organizzazione. Sicas Succhi il prossimo anno otterrà anche la certificazione ISO 22000:2018, unendola a quella festeggiata nei giorni scorsi, per proporsi col massimo grado di affidabilità e sicurezza anche in un mercato più ampio rispetto a quello ticinese.
BQS, dopo i successi ottenuti con Cagi e Matasci Vini, porta un altro cliente a una certificazione, sintomo della bontà del lavoro dietro le quinte di Giuseppe Beretta.
Naturalmente, il suo operato non può prescindere dalla presenza in azienda, dal poter entrare nei meccanismi della stessa, valutando come agisce e producendo la documentazione e i processi da seguire. Indispensabile è lo scambio continuo di feedback coi dirigenti e la formazione ai dipendenti, per creare un gruppo coeso che sposi le stesse linee guida.
Il lavoro su Sicas, così come su Cagi e Matasci, non è finito, anzi. Le certificazioni puntano a un grado di aggiornamento continuo, che potrà essere garantito solamente con la possibilità per il consulente di BQS di operare all’interno delle aziende. Che si cerchi di proteggere il proprio personale dal Covid è sacrosanto, ma sospendere, per precauzione, le visite legate a processi di sicurezza come quelli effettuati da BQS può costare caro, perché si può restare indietro sulle norme e sui cambiamenti continui del mondo ISO, oppure di trovarsi con una falla documentale o operativa difficilmente poi riparabile.